Il paradosso del Natale: Dio e la mangiatoia |
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martedì 23 dicembre 2008 |
N ella nascita di Gesù Cristo, Dio si abbassa e si rivela in una mangiatoia.
Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro. Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto.
Dove gli uomini (compresi noi cattolici) dicono
“perduto”, lì egli dice “salvato”; dove gli uomini (compresi noi
cattolici) dicono “no”, lì egli dice “sì”;
dove gli uomini (compresi noi cattolici) dicono “spregevole”, lì Dio
esclama “beato”; dove gli uomini (compresi noi cattolici quando, troppo
spesso e dall’alto delle nostre certezze, ci ergiamo a giudici dei
comportamenti e delle scelte altrui) giudicano, egli accoglie a braccia
aperte.
Non possiamo accostarci alla sua mangiatoia
come ci accostiamo alla culla di un altro bambino: a chi si accosta
alla sua mangiatoia succede qualcosa, perché da essa può allontanarsi
di nuovo solo redento e salvato, deve lì conoscere che la misericordia
di Dio è a lui rivolta.
Dio si fa bambino non per trastullarsi, per
giocare, ma per rivelarci che il trono di Dio nel mondo non è nei troni
umani, ma negli abissi e nelle profondità umane, nella mangiatoia.
Davanti a Maria, alla mangiatoia di Cristo, davanti al Dio della
bassezza, il presunto ‘forte’ il presunto ‘ricco’ il presunto ‘giusto’,
in tutte le sembianze che assumono nel nostro mondo e nella nostra
società, cadono, non hanno alcun diritto nè alcuna speranza di dominio
perché “…ha sollevato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili…” e
perché “… è venuto a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le
piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi e la
scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del
Signore, a consolare gli afflitti…”
Rischiamo tutti di celebrare anno dopo anno il Natale senza sforzarci di comprenderlo e di fare sul serio.
Ma Egli mantiene sicuramente la sua parola, e a
Natale, quando entrerà, con la sua gloria e con la sua potenza nella
bassezza della mangiatoia ci inviterà di nuovo a scardinare le nostre
certezze e sicurezze, a cambiare modo di pensare e di essere, ad
impegnarci a leggere e a modificare la società e il mondo a partire
dall’amore per i “piccoli” e i “crocefissi” del nostro tempo.
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Ultimo aggiornamento ( domenica 11 gennaio 2009 )
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