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Una vera terra di missione PDF Stampa E-mail
sabato 09 maggio 2009

 

U
n abbraccio,
in allegato trovi quello che desideravo condividere sulla esperienza che ho fatto presso un popolo indigeno durante la settimana santa.
Ho messo in rete alcune foto, per aprire il cuore al mondo, lo puoi vedere collegandoti al link che trovi sotto.
Un Popolo Indigeno Ad Acoyotla Stato Di Hidalgo MessicoOggi il Santo Padre inizia il suo pellegrinaggio in Terra Santa, ricordiamolo in questo importante e significativo viaggio, mi vengono il mente le parole di John Kennedy: "L'umanità deve porre fine alla guerra o la guerra porra fine all'umanità".
Un abbraccio in Cristo.
Simone sx

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Simone Strozzi
Misioneros Xaverianos
Apartado postal 113-169
03301 Mèxico, D.F.
MEXICO
tel. 0052 5555.39.31.40

Una vera terra di missione
La gente di Acoyotla ama i missionari


tentla 017-2.jpgIl Messico presenta un’enorme varietà di paesaggi: dalle coste tropicali ricche di palme alle montagne innevate fino a 5.200 metri, dai deserti del nord alla giungla del sud e alle foreste di conifere nelle zone montuose centrali. La pianeggiante penisola dello Yucatan si allunga a est fino ai Caraibi, mentre due lunghe catene montuose dominano il resto del paese. Tra le due catene Orientale e Occidentale della Sierra Madre, che attraversano tutto il Messico proseguendo il percorso iniziato a nord dalle montagne Rocciose, si estende il fertile altipiano centrale.tentla 051.jpg
In Messico -107 milioni di abitanti - la popolazione indigena è composta da 10 milioni di persone, di cui 6 milioni parlano una delle 68 lingue indigene presenti in Messico. Gli indigeni di oggi sono i discendenti delle prime popolazioni che hanno abitato questo continente prima dell’arrivo dei conquistatori spagnoli nel 1519. Gli indigeni sono i veri figli di questa madre terra. Gli indigeni sono il vero cuore del Messico.

Ho avuto un dono da Dio
Durante la settimana santa, per dono di Dio, sono stato nella missione saveriana di Acoyotla, nella regione di Hidalgo. In questa località, non rintracciabile nelle cartine geografiche, vive una piccola popolazione persa tra i monti della Sierra Madre Orientale nella Huasteca. Qui i missionari saveriani lavorano nella pastorale indigena fin dal 1974, accolti dal vescovo di allora con queste parole: “Siete venuti per aiutare nell'evangelizzazione della nostra terra, una vera terra di missione”.
I saveriani in tutti questi anni hanno formato i cristiani e i catechisti, hanno formato comunità vive, mettendo al centro della loro attenzione pastorale i poveri e gli infermi, creando ambulatori e cooperative. Con l’aiuto dei cristiani hanno costruito una chiesetta in ogni comunità.
Le condizioni climatiche per noi italiani sono difficili: di giorno si arriva anche a 42 gradi e di notte si scende a 8 gradi. Ma ho ammirato i confratelli saveriani perché ho visto che sono esperti della cultura indigena; si sono dedicati allo studio approfondito della lingua náhuatl, traducendo i vangeli, il messale e il catechismo.

tentla 018-1.jpgPoveri, ma ricchi di cultura
Attualmente ad Acoyotla, lavorano due saveriani: il salernitano p. Alfonso Apicella, coadiuvato dal messicano p. Ángel Morales. tentla 035.jpgLa parrocchia è composta da 17 comunità - o meglio "popoli" - distanti tra loro. Sono popoli ricchi di tradizioni antiche, con una loro lingua, con usi e costumi propri; sono allegri e rispettosi. Vivono in condizione di estrema povertà, senza acqua potabile, senza luce e gas. Ho visto mamme percorrere grandi distanze con secchi pesanti di acqua e con i figli piccoli stretti alla schiena con una stoffa.
La loro alimentazione è a base di mais, caffè, fagioli, peperoncino piccante e qualche gallina. Producono quello che consumano. Un tempo coltivavano caffè per la vendita; ma ora le multinazionali pongono condizioni inaccettabili: vogliono comprare un chilo di caffè a 5 pesos, quando alla famiglia indigena produrlo costa almeno 11 pesos: ecco un aspetto sbagliato della globalizzazione!
Purtroppo un fenomeno molto presente è che gli uomini devono emigrare nelle grandi città o negli Stati Uniti per lavorare. Perciò tante donne rimangono sole a crescere i numerosi figli. Qui non mancano le nascite; mancano invece tutti i servizi di base: ospedali e medicine, dottori e dentisti, anagrafe e scuole.

L'ospite, dono di Dio
Personalmente questa breve esperienza in missione mi ha dato tanto. Ho vissuto con persone che dal punto di vista culturale sono completamente diverse da me: pensano, si comportano, ragionano in modo differente. Se dovessi scegliere tra le tante cose che mi hanno insegnato, direi l’accoglienza: hanno condiviso il poco che hanno con l’ospite, che nella cultura indigena è "dono di Dio".
tentla 022-1.jpgtentla 064.jpgCon due soli missionari, questi popoli indigeni vedono il sacerdote una volta al mese per la Messa, a causa della distanza e della mancanza di strade decenti. Pur vivendo in povertà estrema, la gente ha sempre sulle labbra il nome di Dio, più di me che partecipo alla Messa tutti i giorni. Sono rimasto colpito nel vedere l'amore dei cristiani per i missionari, il loro profondo amore a Dio e la devozione alla Vergine di Guadalupe.
Sono ripartito con la convinzione che nella cultura indigena sono racchiuse infinite ricchezze, stupende diversità e grandi meraviglie. Il Signore ci aiuti a comprendere e a vivere il bel dono della diversità e l’impagabile dono della libertà, che non guarda le etichette, ma la sostanza di persone e cose. Le famiglie indigene mettono tutto in comune nella necessità, e questo mi ha ricordato il vangelo, che è uno dei testi più realisti d’ogni tempo.

Simone Strozzi, sx

Città del Messico, 1 maggio 2009

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Ultimo aggiornamento ( martedì 17 novembre 2009 )
 
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